Permessi retribuiti per studio

Permessi retribuiti per studio

27 Febbraio 2020 0 Di Redazione

Giorni fa abbiamo parlato di cosa sono i permessi retribuiti e come aiutano il lavoratore a poter far fronte a problemi di salute, sia personali che familiari, e anche come possono essere chiesti permessi retribuiti per le visite mediche.
Oggi invece descriviamo cosa sono i permessi retribuiti per studio, perché essendo lo studio un diritto di ogni cittadino, anche il mondo del lavoro deve prevedere degli strumenti per permettere agli studenti lavoratori di poter far valere questo diritto.

Permessi retribuiti per studio

Foto di tjevans da Pixabay

Cosa fare se si lavora e contemporaneamente si frequenta anche l’università o la scuola superiore?
Esistono delle ore che un lavoratore può richiedere per lo studio?
Buone notizie a chi si pone con angoscia queste domande.
Secondo la normativa attualmente vigente, infatti, i lavoratori studenti possono usufruire di permessi retribuiti per sostenere esami e per altre occasioni formative.
Ecco, allora, tutto quello che c’è da sapere sull’argomento e i casi nei quali si ha diritto a questi permessi speciali.

Permessi retribuiti per studio ed esami

Il diritto allo studio è sancito con la Lg. 300/1970 che nell’articolo 10 ne disciplina le linee guida.
Per conoscere il numero di ore complessive disponibile per ogni lavoratore dipendente occorre fare riferimento al singolo contratto collettivo nazionale.
Possono richiedere un permesso retribuito per studio tutti quei lavoratori che sono iscritti a scuole di istruzione che siano regolarmente autorizzate e riconosciute oppure ad un corso di formazione professionale.

Quante ore si possono richiedere

Queste ore, che ammontano generalmente a 150 ore di permesso da utilizzare in tre anni, ma si possono utilizzare anche in soli 12 mesi in base alle specifiche esigenze, possono essere fruite per la frequenza ai corsi oppure per sostenere gli esami ma non possono essere richieste per la preparazione dell’esame stesso.
In tutti questi casi, quindi, il lavoratore che richiede un permesso studio non vedrà in alcun modo decurtata la sua retribuzione perché si tratta di ore di permesso appunto retribuite, che non vengono neanche scalate dal monte ore di ferie previsto per ogni contratto collettivo nazionale.

Chi può richiederle

Va sottolineato, però, che non tutti i tipi di contratto prevedono la possibilità di usufruire di permessi studio retribuiti.
Per la normativa attualmente vigente hanno questa facoltà i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, sia a tempo pieno che parziale.
I lavoratori con un contratto a tempo determinato, invece, non hanno a disposizione permessi retribuiti per studio ma possono richiedere un permesso pagato per il solo giorno dell’esame.
Sono esclusi da qualsiasi possibilità, invece, tutti coloro siano titolari di partita Iva oppure di un contratto a progetto.
Le ore di permesso retribuito per studio possono aumentare fino a 250 all’anno se il titolo di studio da conseguire è quello della scuola dell’obbligo.
Si possono richiedere permessi retribuiti per studio solo per quelle attività formative che si svolgono in orario di lavoro.
Ovviamente si dovrà avere l’accortezza di farsi rilasciare apposita certificazione che dovrà poi essere inoltrata al proprio datore di lavoro.

La normativa non prevede alcuna regola per quanto riguarda il preavviso da dare al datore di lavoro per poter usufruire dei permessi retribuiti per studio.
In mancanza di una regolamentazione generale, quindi, occorre fare riferimento ad un eventuale regolamento interno dell’azienda al quale attenersi.

Quali corsi sono esclusi

Non si possono richiedere questi permessi per la frequenza di corsi serali, che quindi non impattano con l’orario di lavoro, oppure per seguire corsi di formazione e di laurea online.

Conclusioni

Ricapitolando, quindi, i permessi retribuiti per studio, quindi, sono uno strumento messo a disposizione del legislatore per garantire a tutti i dipendenti a tempo indeterminato la possibilità di frequentare lezioni e di sostenere esami senza dover rinunciare alla piena retribuzione. Attualmente, però, questa possibilità non è estesa anche ai tempi determinati che possono solo usufruire di permessi retribuiti per sostenere esami ed è del tutto negata ai titolari di contratti a progetto oppure partite Iva, due tipologie di contratti che per loro natura non presentano vincoli di orario o di presenza.
Le ore di permessi retribuiti per studio variano in base al contratto collettivo di appartenenza ma comunque non possono superare il tetto massimo di 150 ore da utilizzare in tre anni.
Sono previste alcune deroghe speciali nel caso il lavoratore frequenti la scuola dell’obbligo.
Infine occorre specifica documentazione da presentare al proprio datore di lavoro per poter usufruire di tali permessi retribuiti.

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