Cosa sono i permessi retribuiti

Cosa sono i permessi retribuiti

18 Febbraio 2020 0 Di Redazione

A volte capita di doversi assentare dal lavoro per motivi di diversa natura.
In questo caso bisogna chiedere un permesso, e alcuni casi sono previsti dei permessi per assentarsi dal lavoro senza però perdere le ore di stipendio, questo tipo di permessi si chiamano proprio permessi retribuiti.
Vediamo perciò cosa sono i permessi retribuiti e in quali situazioni possono venirci in aiuto.

cosa sono i permessi retribuiti

Foto di Pexels da Pixabay

Per iniziare a farsi un’idea su cosa sono i permessi retribuiti dobbiamo considerare quelle situazioni in cui un dipendente o un lavoratore è costretto a impegni in orari di lavoro che sono più importanti del lavoro stesso.
In alcune situazioni quindi, stabilite dalla normativa del lavoro, il dipendente (o lavoratore subordinato), può essere esonerato dall’obbligo di rendere la sua prestazione, grazie alla possibilità di godere di ore o giorni di permesso.

Tali permessi potranno essere retribuiti o non retribuiti dal datore di lavoro.
In questo articolo cercheremo di capire la differenza tra le due tipologie, perché sono stati introdotti, come vengono calcolati e quando è possibile utilizzarli, un modo pratico per capire cosa sono i permessi retribuiti.

Cosa sono i permessi retribuiti e non retribuiti: differenze

Come anticipato, i permessi possono essere suddivisi in due grandi famiglie, ovvero quelli retribuiti e quelli non retribuiti.
Come facilmente intuibile, i permessi retribuiti permettono di godere della normale retribuzione nonché di conservare regolarmente il proprio posto di lavoro senza incorrere in alcuna sanzione.
I permessi non retribuiti invece, non consentono al lavoratore di godere di alcun beneficio economico, ma preservano solamente il posto di lavoro, anche in questo caso ovviamente senza sanzioni alcune.

Permessi retribuiti: tipologie

Per capire meglio cosa sono i permessi retribuiti vediamo quanti tipi di permesso possono essere richiesti.
Analizzando nel dettaglio i permessi retribuiti, possiamo vedere che le ragioni delle assenze possono essere di varia natura, ad esempio per motivi personali o per ragioni di salute.

Nella prima categoria troviamo:

Permessi studio

Lo Statuto dei Lavoratori, L.300/70 art. 10, stabilisce che i lavoratori studenti possano godere di alcuni permessi per sostenere le prove d’esame.
Tralasciando eventuali condizioni ulteriormente agevolate concesse dai contratti di categoria, tale Statuto prevede 150 ore di permessi in un triennio, godibili anche in un solo anno.

Permessi per lutto o per infermità documentata grave di un familiare

La Legge n. 53/2000 e il successivo Decreto n. 278/2000, fissa in 3 giorni all’anno il tetto massimo di permessi per le situazioni citate, per maggiori informazioni vi invito a leggere l’articolo sui Permessi retribuiti per motivi di salute.
Anche in questo caso ovviamente, i contratti di categoria possono prevedere condizioni migliori.
Le situazioni in questione, possono riguardare il coniuge, anche in presenza di separazione legale, o un parente entro il secondo grado.

Nella seconda grande categoria, troviamo invece:

Permessi medici o sanitari

Di questo tipo abbiamo 2 casi, il primo sono i permessi per visite mediche, l’altro è sono i permessi per accudire un familiare.
Nel primo caso possiamo chiedere dei permessi per fare esami specialistici o cure, nel secondo caso la Legge n. 104/92 prevede che il lavoratore disabile possa godere di 3 giorni mensili di permessi o di 2 ore giornaliere. I familiari del disabile invece, ovvero il coniuge e i parenti entro il secondo grado, possono godere solamente dell’opzione dei tre giorni mensili, anche continuativi.

Permessi per donazioni di sangue

Per coloro che donano il sangue gratuitamente, è previsto un giorno di permesso retribuito che deve corrispondere con la donazione stessa. La retribuzione è totalmente a carico dell’INPS. La medesima condizione è applicata anche ai donatori di midollo osseo, andando ad includere sia gli atti preliminari che la successiva convalescenza.

Altri tipi di permessi retribuiti

Oltre alle macro aree citate, esistono altre tipologie di permessi retribuiti, come i permessi sindacali, quelli destinati ai volontari della Protezione Civile, e quelli per le cariche pubbliche elettive.

Permessi sindacali

Le ore di permesso per un dirigente RSA, variano in base al numero dei dipendenti aziendali.
Ad esempio fino ai 200 dipendenti, è prevista un’ora all’anno per ogni dipendente.
Ovviamente i permessi retribuiti sindacali servono per espletare l’incarico sindacale.

Permessi per volontari Protezione Civile

La normativa prevede un massimo di 90 giorni annui, di cui 30 consecutivi, di permessi retribuiti in caso di eventi calamitosi, per consentire ai volontari di fornire attività di soccorso.
Se le emergenze sono di rilievo nazionale, il tetto massimo è di 180 giorni, di cui 90 consecutivi.
Per il solo addestramento invece, sono concessi solamente 30 giorni annui, di cui 10 continuativi.

Permessi per cariche pubbliche.

Qualsiasi lavoratore, pubblico o privato, può assentarsi dal luogo di lavoro per la partecipazione ai consigli per cui sono stati effettivamente eletti, come quelli comunali, provinciali, di altri enti locali e circoscrizionali per quei comuni con più di mezzo milione di abitanti.
I permessi retribuiti per cariche pubbliche sono limitati alla sola tempistica del consiglio maggiorata del percorso che il lavoratore deve sostenere per recarsi al consiglio e tornare in azienda.

Nel caso il consiglio dovesse svolgersi in orario serale, il lavoratore non potrà rientrare sul luogo di lavoro prima delle 8.00 della mattina seguente.
Se il consiglio invece dovesse proseguire oltre la mezzanotte, al lavoratore verrà concessa l’intera giornata successiva come permesso.
Ovviamente dovrà essere presentata in azienda tutta la documentazione richiesta ai vari enti, che attesti la partecipazione del lavoratore al consiglio.

Permessi non retribuiti

Ora che abbiamo chiarito  cosa sono i permessi retribuiti diventa facile spiegare cosa sono i permessi non retribuiti.
Come anticipato, esiste anche una seconda grande categoria di permessi, ovvero quella dei permessi non retribuiti.
La differenza rispetto a quelli retribuiti, è da ricercarsi solamente nell’assenza del corrispettivo economico, ma in comune hanno la preservazione del posto di lavoro.
Ovviamente al lavoratore non è concesso di assentarsi in piena libertà.

Nel caso di permessi di lunga durata, come quelli di un congedo o di un’aspettativa, l’attività del lavoratore dovrà ricominciare nel preciso punto dove era stata sospesa. In altre parole, il dipendente potrà continuare a lavorare nello stesso luogo e con le medesime mansioni.

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