Permessi Retribuiti

Tra le leggi che regolano la normativa del lavoro ci sono quelle che determinano la possibilità di assentarsi dal lavoro per qualche ora, o qualche giorno.
Basta informare il datore di lavoro, seguendo le regole aziendali.
Questi permessi, a seconda della tipologia, potranno essere retribuiti o non retribuiti dal datore di lavoro.

Differenza tra permesso retribuito e non retribuito

i permessi possono essere retribuiti e non retribuiti.
I permessi retribuiti permettono di assentarsi dal lavoro senza perdere ore di stipendio nè perdere il proprio posto di lavoro.
I permessi non retribuiti invece escludono la possibilità di pagare le ore di assenza, e se non vengono accordati con il datore di lavoro possono portare ad un licenziamento per giusta causa.

Quando si usano i permessi retribuiti

Permessi studio. Si possono chiedere per fare gli esami universitari o simili.
Permessi per lutto o per infermità grave di un familiare. Si tratta di 3 giorni all’anno per un familiare o un parente fino al secondo grado.
Permessi medici o sanitari. Per i lavoratori disabili si possono chiedere 3 giorni al mese o 2 ore al giorno.
Permessi per donare il sangue. Il giorno della donazione si può chiedere come permesso retribuito.
Permessi sindacali. I dirigenti sindacali hanno a disposizione diverse ore di permesso retribuito a seconda del numero di dipendenti iscritti al sindacato presenti in azienda.
Permessi per volontari della Protezione Civile. Sono possibili diversi giorni di permesso a seconda della gravità dell’intervento e della calamità da fronteggiare.
Permessi per cariche pubbliche. Chi è stato eletto a cariche pubbliche gode di determinati permessi, che variano a seconda dell’impegno da sostenere.

Per ulteriori dettagli vi invito a leggere l’articolo: Cosa sono i permessi retribuiti.