Permessi retribuiti per motivi familiari o personali

Permessi retribuiti per motivi familiari o personali

27 Febbraio 2020 0 Di Redazione

Abbiamo parlato dei permessi retribuiti, cosa sono e quali situazioni vanno a risolvere, o aiutare a risolvere.
Abbiamo visto casi tragici come i permessi per lutto, casi seri come i permessi per visite mediche e infine anche i permessi per studio o esami.
Oggi vediamo i permessi generici, che vengono chiamati semplicemente permessi retribuiti per motivi familiari, o personali.
Vediamo di cosa si tratta.

Fra le varie tipologie di permessi dal lavoro previste dai contratti collettivi nazionali, sono contemplati anche i permessi retribuiti per motivi familiari o personali.
Si tratta di ore di permesso aggiuntive che non vanno ad intaccare il monte ferie del lavoratore, ma consentono allo stesso di assentarsi dal lavoro in maniera giustificata e avendo diritto alla retribuzione intera per le ore di permesso.
Vediamo chi ne ha diritto e quali sono le situazioni in cui si possono richiedere queste ore di permesso.
In questa piccola guida tutto quello che c’è da sapere sui permessi retribuiti per motivi familiari o personali.

Cosa sono i permessi retribuiti per motivi familiari

I permessi retribuiti per motivi personali o familiari sono previsti solo in alcuni contratti collettivi nazionali come il CCNL della scuola.
In base alla tipologia di contratto collettivo si quantifica la durata che comunque non può mai superare i tre giorni di assenza all’anno per i contratti full time mentre il totale viene riparametrato in caso di part time.
Prendiamo per esempio il mondo del lavoro che riguarda l’istruzione, così da identificare facilmente i ruoli, visto che a scuola ci siamo andati tutti.

Nel caso della scuola  non viene specificato in modo chiaro quali siano le situazioni per i quali si possa richiedere i permessi retribuiti per motivi familiari o personali, quindi il datore di lavoro non può decidere se il motivo è valido
Questo perché ogni persona ha i propri motivi e non si possono catalogare tutte le necessità di ogni lavoratore Italiano.

Il responsabile, che nel nostro caso è il preside, non deve valutare o meno la sussistenza di particolari condizioni o situazioni per poter concedere il permesso, mentre deve valutare le condizioni organizzative ed eventualmente rifiutare il permesso qualora non sia possibile sostituire il docente con un altro insegnante.
In pratica non può giudicare se il motivo del permesso è valido o meno, ma può solo valutare l’impatto che ha sull’organizzazione del lavoro scolastico, e in caso rifiutare il permesso.

Cosa dice la legge

In particolare nel caso delle scuole è l’articolo 15 del CCNL/2007, al comma due, si prevede anche la possibilità per il docente di utilizzare sei giorni delle sue ferie ordinarie con lo stesso scopo dei tre giorni di permesso retribuito per motivi familiari o personali.
In entrambi i casi è prevista una retribuzione pari al 100% senza alcuna decurtazione.

Tutti i CCNL, come già detto, prevedono questo tipo di permesso.
Rispetto a tutti gli altri che sono già previsti dai diversi contratti collettivi nazionali, i permessi retribuiti per motivi familiari o personali sono i più generici in assoluto in quanto è il dipendente che valuta di volta in volta le sue necessità e decide di usufruirne o meno.
In nessun caso al datore di lavoro è consentito di valutare o meno la fondatezza di questi motivi.
Il lavoratore non è tenuto a produrre una certificazione successiva alla fruizione del permesso retribuito come accade ad esempio per i permessi per malattia oppure i permessi studio ma deve inserire la motivazione che spinge alla richiesta nella domanda di permesso.

Chi può chiedere i permessi

Possono usufruire di permessi retribuiti per motivi familiari o personali tutti i dipendenti sia a tempo indeterminato che determinato il cui contratto appartiene ai CCNL che lo prevedono.
Sono ovviamente esclusi i collaboratori a progetto e a partita Iva per la natura libera della tipologia di rapporto che li lega all’azienda.
I tre giorni di permessi retribuiti per motivi familiari o personali possono essere utilizzati insieme oppure frazionati nel corso dell’anno, sempre previo accordo con il proprio datore di lavoro.

Conclusioni

In conclusione, i permessi retribuiti per motivi familiari o personali sono uno strumento molto utile per tutti quei datori di lavoro il cui contratto collettivo nazionale prevede questa tipologia di permesso retribuito previsto per il disbrigo di generiche attività personali.
Rispetto a tutti gli altri che sono inseriti nei CCNL, i permessi retribuiti per motivi familiari o personali possono essere richiesti a discrezione del lavoratore che non deve giustificarli o motivarli.
Tuttavia il datore di lavoro non è tenuto a concederli automaticamente e, per motivi organizzativi, può rifiutarli oppure invitare il lavoratore a riformulare la richiesta per altra data.
I permessi retribuiti per motivi familiari o personali sono previsti nella misura massima di tre giorni all’anno e consentono al lavoratore di usufruire della retribuzione intera anche a fronte dell’assenza.
Ne hanno diritto sia i lavoratori a tempo determinato che indeterminato.
Per quelli che hanno un orario di lavoro part time è prevista la rimodulazione in base alle ore lavorative previste da contratto.
Il numero di ore di permesso che possiamo chiedere sono indicate nella busta paga, per saperne di più apri l’articolo Come si legge la busta paga.

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