Riforma Pensioni Precoci

Riforma Pensioni Precoci

29 Settembre 2016 1 Di Redazione

Riforma Pensioni Precoci è d’obbligo per la situazione che stiamo vivendo.
Abbiamo già parlato più volte riguardo a quanto il tema delle pensioni nel nostro Paese siano davvero delicato.
Sono molte le categorie di lavoratori che negli anni hanno visto allungarsi sempre di più gli anni di contributi necessari per potersi godere il loro ritiro dal mondo del lavoro.

Riforma Pensioni Precoci

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Riforma Pensioni Precoci –  Quota 96 e Quota 41

Per capire bene cosa sono le Pensioni precoci facciamo un esempio lampante.
I cosiddetti quota 96 ovvero i lavoratori del mondo scolastico colpiti in malo modo dalla riforma Fornero, mentre il più recente esempio sono invece i lavoratori della quota 41.

Con il termine quota 41 si identificano i cosiddetti lavoratori precoci.
Coloro che hanno cominciato l’attività lavorativa in giovane età, anche prima del compimento della maggiore età dei 18 anni.
Questi lavoratori precoci, avendo accumulato già molti anni di contributi chiedono a gran voce l’accesso alla loro pensione anticipata.

Quella delle pensioni precoci è una battaglia che va avanti da tempo.
Di cui si è ricominciato a parlare a gran voce solo recentemente per via delle riforme che verranno attuate per il prossimo 2017 da parte del governo Renzi.
Il delegato in fatto di pensioni dell’attuale Governo è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti.
Con la commissione del lavoro ed i sindacati si sta muovendo per cercare un accordo fra le due parti.

Al momento la cosa confermata al 100% che interesserà i lavoratori precoci è la già discussa APE.
Il sistema di prestito per aver accesso con qualche anno di anticipo alla propria pensione.
Ciò che chiedono a gran voce i quota 41 è l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi.
La possibilità di escludere dai requisiti quello dell’età anagrafica minima.

Riforma Pensioni Precoci – Penalizzazioni

Dopo che il Presidente del Consiglio ha preferito rilasciare dichiarazioni molto vaghe per non alimentare false illusioni in tema pensioni.
A parlare con più chiarezza in tema di pensioni precoci è l’Onorevole Tommaso Nannicini del Partito Democratico.
Lui è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’Onorevole Nannicini ha confermato che per quanto riguarda l’APE, per i lavoratori precoci, la penalizzazione sarà ridotta fino ad essere inferiore al 6%.
I numeri precisi del prestito APE ovviamente saranno specificati quando sarà nota a tutti la legge di bilancio.
Susanna Camusso, segretaria generale del CGIL, ha dichiarato di essere soddisfatta del fatto.
Il Governo ha preso un impegno per stanziare 6 miliardi di euro di fondi da destinare alle pensioni.

Un po’ di malcontento è stato generato dalla definizione reale di  lavoratore precoce presente nel verbale siglato da governo e sindacati su questa riforma.
Per lavoratore precoce si intende chi ha accumulato 12 mesi di contributi (anche non continuativi) da lavoro effettivo prima di aver compiuto i 19 anni di età.
Il motivo del malcontento ovviamente è da rintracciarsi nella grande parte di lavoratori che in giovane età non sono stai messi in regola con un contratto.

L’On. Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, ha confermato che la cosiddetta ottava salvaguardia si farà.
Questa non sarà approvata con una legge apposita ma sarà parte integrante della prossima manovra, per questione di tempi da rispettare prima della legge di bilancio.

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