Come viene deciso il prezzo dell’energia elettrica

Come viene deciso il prezzo dell’energia elettrica

16 Ottobre 2024 0 Di Redazione

Cercherò di spiegare in maniera semplice come viene deciso il prezzo dell’energia elettrica al kWh in Italia, spiegando i fattori che influenzano il suo costo. Breve parti spiegheranno il funzionamento del mercato dell’energia, sia tutelato che libero, con particolare attenzione al ruolo del Prezzo Unico Nazionale (PUN) e all’influenza delle fonti rinnovabili e del gas naturale. Cercherò di spiegare al meglio anche le dinamiche di domanda e offerta che determinano il prezzo dell’energia elettrica e le differenze nelle bollette a seconda del tipo di contratto sottoscritto. Infine anche dei consigli pratici per risparmiare sull’energia elettrica e per scegliere il fornitore più conveniente.

I fattori che determinano il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso

Ecco i fattori che determinano il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso:

Domanda e offerta: Come in ogni mercato, il prezzo dell’energia elettrica è determinato dall’incontro tra domanda e offerta. Quando la domanda di energia è elevata e l’offerta è limitata, i prezzi aumentano. Viceversa, quando l’offerta supera la domanda, i prezzi diminuiscono.

Costo delle materie prime: Il costo delle materie prime utilizzate per generare elettricità, come il gas naturale, il petrolio e il carbone, influisce in modo significativo sul prezzo dell’energia all’ingrosso. L’aumento dei prezzi di questi combustibili fossili si traduce direttamente in un aumento del prezzo dell’energia elettrica.

Mix energetico: La quota di energie rinnovabili nel mix energetico di un paese ha un impatto sul prezzo dell’energia elettrica. Le energie rinnovabili, come l’energia solare, eolica e idroelettrica, hanno costi di produzione più bassi rispetto alle centrali a combustibili fossili. Una maggiore quota di rinnovabili tende a ridurre il prezzo medio dell’energia.

Sistema marginale: Il sistema di determinazione del prezzo dell’elettricità, noto come “sistema marginale” o “ordine di merito”, contribuisce alla volatilità dei prezzi. In questo sistema, il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è determinato dal costo di produzione dell’ultima centrale elettrica necessaria per soddisfare la domanda. Spesso, questa è una centrale a gas, quindi il prezzo del gas ha un’influenza sproporzionata sul prezzo complessivo dell’elettricità.

Speculazione internazionale e eventi geopolitici: La speculazione sui mercati internazionali delle materie prime e gli eventi geopolitici, come la guerra in Ucraina, possono influenzare i prezzi del gas e del petrolio, con ripercussioni sul prezzo dell’energia elettrica.

Politiche governative: Le politiche governative, come le tasse, gli incentivi per le energie rinnovabili e le normative ambientali, possono influenzare il prezzo dell’energia elettrica. Ad esempio, i sussidi per le rinnovabili possono ridurre il loro costo e renderle più competitive, mentre le tasse sulle emissioni di carbonio possono aumentare il costo dell’energia prodotta da combustibili fossili.

Costi di trasmissione e distribuzione: I costi di trasporto dell’elettricità dalle centrali ai consumatori finali incidono sul prezzo finale. Questi costi dipendono dalla distanza, dalla qualità e dall’efficienza della rete elettrica.

In sintesi, il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è il risultato di una complessa interazione di fattori economici, geopolitici e tecnologici. La comprensione di questi fattori è essenziale per valutare l’andamento del mercato elettrico e per individuare le opportunità di risparmio.

1. PUN e prezzo dell’energia elettrica nel mercato libero

Prima di tutto spieghiamo cos’è il PUN, così è più chiaro perché è importante per determinare il prezzo dell’energia elettrica.

Il PUN, acronimo di Prezzo Unico Nazionale, è il prezzo di riferimento dell’energia elettrica all’ingrosso in Italia. Stabilito sulla Borsa Elettrica Italiana (IPEX), il PUN rappresenta la media pesata nazionale dei prezzi zonali di vendita dell’energia elettrica. Questo significa che il PUN non è un valore fisso, ma varia ogni ora a seconda delle contrattazioni tra produttori e fornitori di energia.

Cos’è il PUN

Il PUN influisce sul prezzo finale dell’energia elettrica pagato dai consumatori, sia nel mercato tutelato che nel mercato libero.

  • Nel mercato tutelato, l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) stabilisce le tariffe trimestralmente, prendendo in considerazione l’andamento del PUN nel trimestre precedente. Qui l’aggiornamento dei costi da luglio a settembre 2024.
  • Nel mercato libero, i fornitori di energia possono offrire tariffe a prezzo fisso o a prezzo indicizzato. Le tariffe indicizzate seguono le oscillazioni del PUN, quindi il prezzo dell’energia elettrica e quindi il costo in bolletta varia a seconda dell’andamento del mercato all’ingrosso.

Il sistema marginale, utilizzato per determinare il PUN, contribuisce alla sua volatilità. In questo sistema, il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è fissato dal costo di produzione dell’ultima centrale elettrica necessaria per soddisfare la domanda, spesso una centrale a gas. Questo significa che il prezzo del gas ha un’influenza significativa sul PUN, anche se l’energia viene prodotta da altre fonti, come le rinnovabili.

Altri fattori che incidono sul PUN includono:

  • Costo del petrolio e del gas naturale
  • Eventi geopolitici
  • Quota di energia verde
  • Costo della produzione di energia da fonti sostenibili
  • Performance economiche

Negli ultimi anni, il PUN ha registrato un forte incremento dei prezzi a causa della crisi energetica internazionale. Tuttavia, nel 2023 si è osservata una diminuzione del PUN, influenzata dal calo dei costi del gas naturale.

È importante sottolineare che il PUN è solo una delle componenti che determinano il prezzo finale dell’energia elettrica in bolletta. Altre voci includono:

  • Spese di trasporto e gestione del contatore
  • Oneri di sistema
  • Imposte statali, come l’IVA e l’accisa

La comprensione del PUN e dei fattori che lo influenzano è fondamentale per i consumatori per fare scelte consapevoli nel mercato libero dell’energia, confrontando le offerte dei diversi fornitori e scegliendo la tariffa più adatta alle proprie esigenze.

Come il PUN influenza il prezzo dell’energia elettrica

Ecco come il PUN influisce sul prezzo dell’energia elettrica nel mercato libero:

  • Il PUN come riferimento principale: Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) è il prezzo di riferimento dell’energia elettrica all’ingrosso in Italia, determinato sulla Borsa Elettrica Italiana (IPEX). Sia le offerte luce del mercato libero che quelle del servizio di maggior tutela risentono delle oscillazioni del PUN.
  • Mercato libero e flessibilità del PUN: Nel mercato libero, i fornitori di energia possono stabilire autonomamente i prezzi dell’energia elettrica. Possono offrire tariffe a prezzo fisso, dove il prezzo rimane invariato per un certo periodo di tempo (di solito 12 o 24 mesi), o tariffe a prezzo indicizzato, dove il prezzo varia in base all’andamento del PUN.
    • Con un prezzo indicizzato, il costo dell’energia per il cliente finale è direttamente collegato alle fluttuazioni del PUN. Quando il PUN aumenta, anche il prezzo della bolletta sale, e viceversa.
    • Questa flessibilità permette ai consumatori di beneficiare di eventuali diminuzioni del PUN, ma li espone anche al rischio di aumenti.
  • Il PUN e la concorrenza: I fornitori del mercato libero, in concorrenza tra loro, usano il PUN come base per determinare le proprie tariffe. Cercano di offrire prezzi competitivi per attirare clienti, ma devono anche coprire i propri costi, che includono l’acquisto dell’energia all’ingrosso al prezzo del PUN.
  • Trasparenza e consapevolezza: La comprensione del PUN è fondamentale per i consumatori del mercato libero per fare scelte consapevoli. Seguire l’andamento del PUN e confrontare le offerte dei diversi fornitori, considerando sia il prezzo fisso che quello indicizzato, permette di individuare le opzioni più convenienti in base alle proprie esigenze di consumo.

In sintesi, il PUN gioca un ruolo centrale nel mercato libero dell’energia elettrica in Italia. Pur non essendo l’unico fattore che determina il prezzo finale per il consumatore, le sue oscillazioni influenzano direttamente le tariffe a prezzo indicizzato e indirettamente la competitività tra i fornitori.

2. Il Modello a Prezzo Marginale

Il modello a prezzo marginale, noto anche come “ordine di merito”, è stato adottato per stabilire il prezzo dell’energia elettrica in molti paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia, con l’obiettivo principale di favorire le centrali di produzione di energia che utilizzano le rinnovabili. Questo sistema si basa sul principio che il prezzo dell’energia all’ingrosso è determinato dal costo di produzione dell’ultima centrale elettrica necessaria per soddisfare la domanda in un dato momento.

In pratica, i produttori di energia dichiarano la quantità di energia che possono fornire e il relativo prezzo di vendita sul mercato per il giorno successivo, ora per ora, indipendentemente dalla fonte di produzione.

L’operatore di mercato (in Italia, il Gestore dei Mercati Energetici o GME) raccoglie le offerte partendo da quelle con il prezzo più basso fino a coprire il fabbisogno previsto.

Il prezzo dell’ultima offerta accettata (la più costosa) diventa quindi il prezzo di mercato per tutte le centrali che hanno contribuito a soddisfare la domanda in quel momento, indipendentemente dai loro costi di produzione individuali.

In pratica è come andare da Decathlon, comprare tutte le magliette, una per ogni prezzo e quando arrivi alla cassa le passano tutto al prezzo più alto.

Questo modello è stato introdotto con l’intenzione di incentivare gli investimenti nelle energie rinnovabili, che hanno costi di produzione inferiori rispetto alle centrali a combustibili fossili. A parità di prezzo di vendita dell’energia, le centrali che utilizzano le rinnovabili ottengono ricavi maggiori, poiché i loro costi di produzione sono praticamente nulli rispetto alle centrali a fonti fossili.

Tuttavia, il contesto geopolitico ed economico è cambiato radicalmente rispetto al passato, e il modello a prezzo marginale è oggi oggetto di critiche per le sue inefficienze economiche. In particolare, l’aumento del prezzo del gas naturale ha causato un forte aumento del PUN (Prezzo Unico Nazionale), poiché le centrali a gas sono spesso le ultime a essere chiamate in causa per soddisfare la domanda di punta.

Questa dinamica ha portato a un aumento generalizzato dei prezzi dell’elettricità, anche per l’energia prodotta da fonti più economiche come le rinnovabili.

Molti esperti denunciano questa situazione e propongono l’adozione di un nuovo modello economico, ma al momento la questione è principalmente politica.

In attesa di una possibile revisione del sistema, i consumatori possono adottare diverse strategie per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, tra cui:

  • Passare al mercato libero e confrontare le offerte dei diversi fornitori, valutando attentamente le tariffe a prezzo fisso e quelle a prezzo indicizzato.
  • Ridurre i consumi energetici attraverso l’adozione di comportamenti virtuosi e l’utilizzo di elettrodomestici ad alta efficienza energetica.
  • Investire nelle energie rinnovabili, come il fotovoltaico, per aumentare l’autoconsumo e ridurre la dipendenza dalla rete elettrica.

Esempio di funzionamento del modello a prezzo marginale

OraDomanda
(MWh)
Offerta da Centrale A
(Rinn.)
Prezzo A (€/MWh)Offerta da Centrale B (Gas)Prezzo B (€/MWh)Offerta da Centrale C (Gas)Prezzo C (€/MWh)Prezzo di mercato (€/MWh)
01:001005020150501008050
02:001505020150501008050
03:002005020150501008050
04:002505020150501008050
05:003005020150501008080
06:002505020150501008050
07:002005020150501008050

Spiegazione:

  • In questo esempio semplificato, ci sono due centrali elettriche: la Centrale A, che utilizza fonti rinnovabili, e la Centrale B, che utilizza gas naturale.
  • Ogni centrale dichiara la quantità di energia che può produrre e il relativo prezzo di vendita per ogni ora.
  • L’operatore di mercato (GME) inizia ad acquistare energia dalle centrali con il prezzo più basso fino a coprire la domanda.
  • Nelle ore 01:00-04:00 e 06:00-07:00, la domanda può essere soddisfatta interamente dalla Centrale B (gas) al prezzo di 50 €/MWh.
  • Alle 05:00, la domanda aumenta a 300 MWh. Per coprire il fabbisogno, l’operatore di mercato deve acquistare anche energia dalla Centrale C (gas), che offre un prezzo di 80 €/MWh.
  • Di conseguenza, il prezzo di mercato per l’ora 05:00 è fissato a 80 €/MWh, il prezzo dell’ultima offerta accettata.
  • Questo significa che anche la Centrale A (rinnovabile) e la Centrale B ricevono 80 €/MWh per l’energia venduta in quell’ora, pur avendo offerto un prezzo inferiore.

Conseguenze del modello a prezzo marginale:

  • Le centrali che utilizzano fonti rinnovabili possono beneficiare di ricavi maggiori rispetto ai loro costi di produzione, incentivando gli investimenti in queste tecnologie.
  • Il prezzo dell’elettricità all’ingrosso è fortemente influenzato dal costo del combustibile più costoso utilizzato per la produzione, come il gas naturale.
  • In periodi di alti prezzi del gas, il PUN (Prezzo Unico Nazionale) aumenta, con ripercussioni sui prezzi finali dell’energia per tutti i consumatori, anche per l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
  • Questo sistema può portare a inefficienze economiche, soprattutto in presenza di forti differenze di costo tra le diverse fonti di produzione.

È importante ricordare che questo è solo un esempio semplificato. Nella realtà, il mercato elettrico è molto più complesso, con un gran numero di produttori e diverse variabili che influenzano il prezzo dell’energia elettrica.

3. Come Risparmiare sulla Bolletta dell’Energia Elettrica: Consigli Pratici e Benefici

L’aumento del costo dell’energia elettrica è una preoccupazione crescente per famiglie e imprese. Fortunatamente, esistono diverse azioni che possono essere intraprese per ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, la spesa in bolletta. Di seguito, un elenco di consigli pratici con i relativi benefici. Alcuni sono consigli banali, ma non fa male ripeterli.

Sostituzione delle lampadine tradizionali con lampade a LED

  • Beneficio: Le lampade a LED consumano fino all’80% in meno di energia rispetto alle lampadine tradizionali a incandescenza o a neon, garantendo una riduzione significativa della spesa energetica.
  • Ulteriore vantaggio: Le lampade a LED hanno una durata di vita molto più lunga, riducendo la frequenza di sostituzione e i relativi costi.

Accendere le luci solo quando necessario e spegnerle quando non servono:

  • Beneficio: Sembra banale, ma questa semplice abitudine può portare a un notevole risparmio energetico, soprattutto se applicata in modo costante in tutte le stanze della casa o dell’ufficio.

Evitare la modalità stand-by spegnendo completamente gli apparecchi ed eventualmente rimuovendo la spina:

  • Beneficio: Molti dispositivi elettronici, anche quando apparentemente spenti, consumano energia in modalità stand-by. Spegnerli completamente o rimuovere la spina quando non utilizzati permette di eliminare questo consumo superfluo.

Regolare pompe di calore o aria condizionata a temperature moderate, senza farle lavorare sempre a piena potenza:

  • Beneficio: Impostare temperature moderate per il riscaldamento e il raffrescamento riduce il carico di lavoro degli apparecchi e, di conseguenza, il consumo energetico.
  • Ulteriore vantaggio: Un utilizzo più moderato degli impianti di climatizzazione prolunga la loro durata di vita.

Utilizzare lavatrice e lavastoviglie sempre a pieno carico e nelle fasce orarie più economiche (F2 e F3):

  • Beneficio: Utilizzare gli elettrodomestici a pieno carico ottimizza il consumo energetico, evitando sprechi.
  • Ulteriore vantaggio: Scegliere le fasce orarie più economiche (F2 e F3), in cui il costo dell’energia è generalmente inferiore, permette di ridurre ulteriormente la spesa.

Sfruttare l’autoconsumo con i pannelli fotovoltaici:

  • Beneficio: Se si dispone di pannelli fotovoltaici, è possibile utilizzare l’energia solare autoprodotta per alimentare gli elettrodomestici e ridurre la dipendenza dalla rete elettrica.
  • Ulteriore vantaggio: L’autoconsumo contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2 e promuove l’indipendenza energetica.

Installazione di pannelli “plug and play” per chi non dispone di un impianto fotovoltaico:

  • Beneficio: I pannelli “plug and play”, di facile installazione e con una potenza inferiore a 350W, permettono di produrre una piccola quantità di energia solare per l’autoconsumo, riducendo la spesa in bolletta.
  • Ulteriore vantaggio: L’installazione non richiede eccessive procedure burocratiche.

Investire in elettrodomestici ad alta efficienza energetica:

  • Beneficio: Gli elettrodomestici di ultima generazione, con classe energetica A o superiore, consumano meno energia rispetto ai modelli più vecchi, garantendo un risparmio a lungo termine.
  • Ulteriore vantaggio: Contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale.

Oltre a questi consigli, è importante adottare un atteggiamento consapevole nei confronti del consumo energetico, cercando di ottimizzare l’utilizzo degli elettrodomestici e di spegnere le luci quando non servono. Seguendo queste semplici indicazioni, è possibile ridurre significativamente la spesa energetica e contribuire a un futuro più sostenibile. Se il costo della bolletta elettrica è troppo alto potete sempre scegliere un nuovo gestore.

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