La Donna Nell’Ambito del Lavoro è Penalizzata

La Donna Nell’Ambito del Lavoro è Penalizzata

19 Dicembre 2014 0 Di Redazione

Donna Penalizzata a Lavoro? La risposta è altrettanto chiara e netta: .
Lo spiega lo studio di AlmaLaurea che non da appello al mondo del lavoro: Discrimina le donne!
É più difficile trovare lavoro e una volta trovato è pagato meno degli uomini.

Donna Penalizzata a Lavoro

L’ultimo rapporto stilato da AlmaLaurea conferma ciò che si è sempre saputo:
sul mercato del lavoro le donne sono penalizzate in confronto agli uomini.
In particolare sono penalizzate in quanto a livello retributivo e la precarietà.

Donna Penalizzata a Lavoro per tipo di contratto.

La situazione della donna in Italia nell’ambito lavorativo può essere definita preoccupante;
i segnali che ci giungono sottolineano un arretramento sia civile che culturale da parte del nostro Paese.
L’obiettivo di raggiungere una partecipazione che sia paritaria nella realtà del lavoro fra uomini e donne è alquanto lontano.

Ciò comporta anche una serie di effetti collaterali che rischiano di peggiorare ancor di più la situazione.
Un esempio potrebbe essere una svalutazione degli investimenti per quanto concerne l’istruzione universitaria femminile.
La differenza fra uomini e donne laureati in termini occupazionali è evidente fin dal primo anno dopo la laurea;
fra gli uomini trova lavoro il 59% dei laureati, mentre fra le donne la percentuale si ferma al 52%.

Lo scarto percentuale rimane pressoché invariato anche cinque anni dopo il conseguimento della laurea.
Abbiamo infatti l’86% degli uomini occupati contro il 79% delle donne.
A parità di condizioni è inferiore il numero di donne che riescono a trovare lavoro.

Donna Penalizzata a Lavoro se ha figli.

Queste cifre già testimoniano quanto le donne vengano penalizzate, ma diventano ancor più eloquenti se la donna decide di diventare madre.
La decisione di avere un figlio penalizza ulteriormente la donna che lavora.
La forbice si allarga enormemente; la percentuale di uomini con figli che lavorano sale all’89%.
Quella delle donne occupate che hanno messo al mondo uno o più bambini scende drasticamente al 63%.

Le donne che decidono di costruire una famiglia si ritrovano penalizzate pure nei confronti delle loro coetanee che decidono di non avere figli.
Allo scoccare dei trent’anni, il 76% delle donne senza figli lavora, mentre solo il 63% delle trentenni madri può vantare un’occupazione.
Le donne che hanno dei figli, dunque, risultano penalizzate doppiamente.

Donna Penalizzata a Lavoro anche sullo stipendio

Questa è l’analisi in termini puramente occupazionali, ma la situazione non cambia affatto parlando di stipendi.
Prendendo come punto di riferimento il quinto anno dopo la laurea, una donna è retribuita in media circa 1300 euro.
Un uomo nella medesima situazione porta a casa oltre 1600 euro, dunque il 22% in più rispetto ad una collega.

Una differenza che sa di beffa visto che nel primo anno dopo la laurea la situazione è differente.
La forbice che separa l’importo degli stipendi fra uomo e donna decisamente inferiore.

Una donna, infatti, percepisce poco meno di 1100 euro, mentre un uomo arriva a 1250 euro;
lo scarto percentuale, dunque, è soltanto del 14%.
In condizioni di parità, l’uomo risulta sempre e comunque avvantaggiato: un anno dopo la laurea guadagna in media 90 euro in più rispetto ad una collega donna, che diventano poi oltre 170 quando dal giorno della laurea sono trascorsi cinque anni.

Inoltre, il divario che esiste fin dall’inizio non si riduce col passare del tempo ma, come abbiamo visto, tende ad allargarsi ancora di più.
Una sorta di macigno che per le donne si fa sempre più pesante con l’andare degli anni,
e può diventare addirittura insostenibile se decidono di avere figli,
impedendo loro di mettere a frutto le risorse di cui dispongono e penalizzando la crescita dei nuclei familiari.

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