Università e carovita: in Italia diminuiscono le matricole

Università e carovita: in Italia diminuiscono le matricole

28 Novembre 2022 0 Di Redazione

Università e carovita, l’istruzione tra le vittime dei rincari. La crisi economica che ha investito il nostro Paese negli ultimi tre anni ha avuto conseguenze drammatiche in molti settori tra cui quello dell’istruzione universitaria. A farne le spese sono stati soprattutto gli studenti fuori sede i quali non solo devono sostenere i costi delle università ma anche i costi legati al vitto e alloggio.

L’abbandono degli studi per i rincari

Gli studi in università e carovita trasformano la vita degli studenti Italiani.
La conseguenza è che spesso, per evitare di abbandonare gli studi, e consapevoli delle difficoltà economiche dei genitori, gli studenti si adattano al meglio, dormendo in alloggi di fortuna, e impegnandosi in piccoli lavori serali o part-time. Nonostante ciò le matricole sono calate del 3%, a causa dell’aumento dei prezzi degli affitti, delle bollette e dei servizi di trasporto. Infatti, dei circa 1,7 milioni di studenti universitari italiani, coloro che si trasferiscono a studiare lontano da casa sono ora meno di 500mila, circa 100mila in meno nel confronto con l’ultima rilevazione ufficiale datata 2018.

Università e carovita, le borse di studio sono insufficienti

Riguardo a università e carovita lo Stato ha le borse di studio, ma questa realtà si scontra con il nostro dettato costituzionale che all’articolo 34 garantisce il diritto all’istruzione attraverso l’erogazione di mezzi economici a sostegno degli studenti, come le borse di studio che però sono insufficienti rispetto alla effettiva richiesta, parliamo di circa 40.000 euro.
A fronteggiare il calo di iscritti è intervenuto il PNRR che sembra ambire, entro il 2026, ad un incremento di borse di studio e delle residenze universitarie. Nello specifico è previsto che per gli alloggi degli studenti sono previsti circa 400 milioni, mentre le borse di studio aumenteranno mediamente di circa 700 euro annui.

Atenei telematici come soluzione

Una buona soluzione, a proposito di università e carovita, che sicuramente si configura meno dispendiosa se confrontati con tutti i costi che i fuori sede devono sostenere, è data dall’immatricolazione presso un ateneo telematico dove i corsi sono erogati online mediante piattaforme online su cui lo studente avrà a disposizione i materiali di preparazione all’esame, pensiamo ad esempio ai corsi erogati dall’Università Telematica Niccolò Cusano. In questo caso, lo studente o la sua famiglia, oltre alle tasse universitarie non avranno più altra spesa, con un notevole risparmio non solo economico, ma anche di tempo ed energia. Lo studente potrà scegliere tra i numerosi indirizzi della laurea triennale telematica, magistrale o a ciclo unico.

Gli studenti del Sud più colpiti di quelli del Nord

La perdita di studenti da parte degli atenei è influenzata anche dalla posizione geografica. Si ritiene che la presenza delle università al sud abbia registrato una perdita di circa 4.900 studenti, segnando un -5,1%, al centro si registra un – 2,9% e al nord solo un -0,1%. Secondo un’indagine condotta dal Censis, tra gli studenti che maggiormente abbandonano gli studi ci sono i maschi, con una percentuale pari al 3,2% rispetto alle femmine che registrano un 2%.

Le facoltà STEM preferite alle altre

Tuttavia qualche dato positivo si registra per gli iscritti presso le facoltà STEM (acronimo di Scienze, Tecnologia, Engineering e Matematica) dove le immatricolazioni crescono presso le facoltà di ingegneria con un +4,81% tra i maschi e un + 3,37% le ragazze. La facoltà di informatica registra un +5,33% dove le ragazze sono una massiccia presenza rispetto agli anni precedenti. Mentre la facoltà di Matematica e Fisica vede una riduzione importante degli iscritti, circa il 5% in meno. Crollano, invece, le facoltà umanistiche, tra queste troviamo Scienze della formazione primaria che vede un -7%.

Sarà stata la pandemia del covid e la nuova corsa allo spazio e la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, gli studenti Italiani scelgono prevalentemente le facoltà scientifiche, che sicuramente danno uno sbocco nel mondo del lavoro più sicuro e più renumerativo rispetto alle facoltà umanistiche o economico/commerciale.
Senza considerare che sono anche le facoltà che permettono di trovare più facilmente un lavoro anche all’estero, soprattutto per gli studenti più bravi, la ricerca di una solidità economica è difatti un’altra correlazione importante tra università e carovita.

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