Unione Europea Tassa Telefonini – Perché va pagata? Che cos’è?

Unione Europea Tassa Telefonini – Perché va pagata? Che cos’è?

2 Ottobre 2015 0 Di Redazione

E’ una delle notizie che più sta circolando in rete: Unione Europea Tassa Telefonini.
Perché questa della tassa sui cellulari approvata dalla Unione Europea.
Il caso delle due società venete che hanno fatto ricorso alla Corte di Giustizia sembra esser fallito.
Ma scopriamo a fondo la storia dietro questo decreto.

Unione Europea Tassa Telefonini

Con la sentenza del 17 settembre 2015, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha legittimato la tassa sui cellulari.
L’oggetto del dibattito portato all’attenzione dei Giudizi Europei è:
La tassa che, in Italia, viene applicata a coloro che stipulano un abbonamento per il telefonino.

Il dubbio che ha portato la questione in tribunale era legato alla possibilità che questa imposta violasse il principio europeo di libera circolazione delle merci, all’interno del territorio dell’Unione Europa.

Dopo una lunga ed attesa dissertazione giuridica, la corte europea è giunta alla conclusione.
Non vi sia alcuna incompatibilità con le direttive comunitarie in materia di telecomunicazioni.
Secondo quanto stabilito dalla sentenza dunque, ogni Stato, Italia inclusa, è libero di stabilire una tassa governativa sugli abbonamenti al servizio di telefonia mobile.

Unione Europea Tassa Telefonini: il responso dell’UE

A quanti vedono nella tassa sugli abbonamenti ai cellulari una disparità di trattamento tra gli acquirenti di una carta prepagata ed i possessori di un abbonamento, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha risposto:
questa presunta disparità non esiste.
Il diritto europeo, infatti, non prevede alcun principio di parità di trattamento in questo specifico caso.

Le possibilità di esprimersi contro la tassa in questione di conseguenza apparivano poche fin dall’inizio. Come non ha mancato di dimostrare la sentenza definitiva depositata a due anni di distanza dalla richiesta di rimborso da parte di due società venete.

De Pra e Saiv sono i nomi delle società che si sono rivolte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.  Per chiedere il rimborso della tassa imposta dal governo italiano e versata per l’abbonamento ai servizi di telefonia.
Quanti speravano di poter ricevere un rimborso più o meno cospicuo? Magari  in base al numero di anni in cui sono stati possessori di un contratto valido? A quanto pare sono destinati a vedere deluse le loro aspettative.

Data la piena legittimità della tassa governativa sui cellulari, non saranno contemplati rimborsi per gli anni passati e si dovrà continuare a pagare regolarmente l’importo previsto dall’imposta sulla telefonia mobile.

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