Come aprire un conto corrente all’estero

Come aprire un conto corrente all’estero

11 Febbraio 2019 0 Di Redazione

Quanti di voi in questi anni hanno pensato di aprire un conto corrente all’estero?
Le banche straniere ci sembrano più serie e più vantaggiose, con rendimenti sui conti correnti maggiori di quelli dei conti correnti delle banche Italiane.
In parole povere è così e questi sono tutti validi motivi per aprire un conto corrente all’estero, soprattutto ora che l’economia Italiana sta subendo una nuova crisi dal punto di vista economico e finanziario.
Rispetto al passato e grazie agli accordi nell’Unione Europea aprire un conto corrente all’estero è più facile di un tempo; oggigiorno le banche straniere, in special modo le banche tedesche, non richiedono più la residenza nella nazione della Banca, ma basta avere la residenza in uno degli stati dell’Unione Europea.

conto corrente all’estero

Facciamo un po’ di chiarezza su quali sono i vantaggi e gli svantaggi di aprire un conto corrente all’estero per noi Italiani, con un elenco di risposte alle domande che anche io mi sono fatto, e che spero siano abbastanza chiare e facilmente comprensibili anche per chi non è così addentro al settore.
Iniziamo subito con i rischi che ci sono ad aprire un conto corrente in una banca estera.

Aprire un conto corrente all’estero i rischi

Se decidessero di creare una nuova tassa patrimoniale, i soldi che abbiamo in banca, Italiana o estera, sarebbero comunque a rischio prelievo.
Questo perché le tasse vengono pagate dal cittadino residente in Italia e dato che il trasferimento di denaro è sempre tracciato per la legge sul monitoraggio fiscale, anche i soldi nelle banche estere fanno parte del patrimonio, e quindi soggetti a tassazione.
In più sia la banca italiana che quella straniera deve segnalare le movimentazioni sui conti correnti, questo per evitare sospetti di riciclaggio o auto-riciclaggio.
Questa segnalazione arriva direttamente alla Guardia di Finanza che si occupa di fare gli accertamenti del caso.
Quindi il titolare del conto corrente all’estero, o chi usa i soldi nel conto corrente come un familiare o un parente stretto, è costretto ad indicare nella dichiarazione dei redditi il valore del conto corrente se vuole evitare una multa che va dal 3% al 15% di quello che non è stato dichiarato.
La multa raddoppia se il conto corrente è in un paese della cosiddetta black list, come Montecarlo ad esempio.
Questo obbligo di dichiarazione scatta se nel conto corrente ci sono 15 mila euro in denaro o in fondi o altro sistema di risparmio.

Il vantaggio di avere un conto corrente estero

Quasi sempre conviene, già nelle Banche delle nazioni confinanti i conti correnti bancari hanno rendimenti più alti, in più le banche non versano nello stato di crisi che c’è in Italia, e quindi permettono l’accesso a strumenti di credito in maniera più semplice.
Quindi perché non aprire un conto corrente all’estero?
L’unica difficoltà  è che la maggior parte dei conti correnti proposti dalle banche straniere richiedono la residenza nello stato, ma la maggior parte non vuol dire tutti i conti correnti.
Per questo è possibile fare una serie di ricerche nelle banche straniere per capire quale conto corrente si può aprire all’estero.

Scegliere la banca

Parlando di noi, persone normali che in banca ci versano lo stipendio e ci tengono i risparmi, non abbiamo molto da rischiare, dato che i soldi sul conto corrente estero sono regolari sotto il profilo fiscale.
A questo punto dobbiamo scegliere la banca giusta, evitando magari quelle banche meno sicure, come le banche di Grecia e Portogallo, preferendo quelle più robuste dal punto di vista fiscale, come le Banche Tedesche, Olandesi e Francesi.

In particolare molte banche tedesche chiedono soltanto una fotografia e dei moduli compilabili direttamente online per aprire un conto corrente, ovviamente non completo di tanti servizi che le banche Italiane ci offrono, ma comunque sufficienti per una vita economica normale.
Viabuy è una di queste banche.
Per esempio non richiede la situazione reddituale ed è uno dei conti correnti esteri più affidabili ed economici.
Un conto corrente con Viabuy costa 19,99€ l’anno e si ha una carta prepagata con IBAN estero che costa solo 70€ all’emissione, in più ci sono le offerte d’ingresso che prevedono il costo zero per i primi tre anni.

Le carte conto al posto dei conti correnti

In questi mesi è divenuta molto famosa la carta conto N26 con IBAN estero.
N26 è una carta conto Tedesca.
Fondamentale sapere che in Germania la Mastercard è gratuita e le operazioni devono essere gestite con la relativa app per smartphone.
Per aprire un conto corrente estero con una carta conto N26 basta una foto identificazione ed un documento d’identità valido.
Il conto base N26 è a canone zero e anche le commissioni delle operazioni con la carta sono gratuite.
La carta N26 è valida in tutta europa e non ci sono costi di commissione per spese con valute diverse dall’euro.
Per chi vuole una carta con servizi più evoluti ci sono delle carte N26 speciali come le carte Black o Metal, ma dal costo più elevato.

Trasferire i soldi su un conto corrente all’estero

Trasferire i soldi sul conto corrente all’estero, legalmente, è abbastanza semplice.
Una volta che si ha l’IBAN del conto corrente estero si chiede alla propria banca Italiana di trasferirci i soldi e poi chiudere il conto della banca Italiana.
In alternativa si possono prelevare i soldi e portarli in uno sportello della banca nella nazione della banca stessa e versarli, in questo caso assicuratevi di conoscere bene almeno l’Inglese o che ci siano impiegati che conoscano l’Italiano.
Comunque sia i soldi versati vanno dichiarati al Fisco Italiano.

Se i soldi sono parecchi, come un TFR ventennale o la rendita di una vendita di un immobile allora consiglio di affidarsi ad una fiduciaria che si occupi principalmente di depositi all’estero.
Una fiduciaria funziona più o meno così: il cliente ordina alla propria banca Italiana di trasferire la somma pattuita su su di un conto intestato alla fiduciaria in Italia.
La fiduciaria, una volta ricevuta la somma, sposta il denaro su un conto corrente all’estero intestato al cliente.
Il primo trasferimento quindi è da un conto corrente italiano ad un altro conto corrente italiano, e quindi non deve essere dichiarato al fisco.
La fiduciaria quando sposta i soldi sul conto estero agisce da sostituto d’imposta, e sarà lei ad occuparsi delle imposte previste sui capitali all’estero.
Queste imposte sui capitali all’estero sono il 2 per mille sul deposito titoli, 34,20 euro di bollo, il 26% sugli interessi attivi dei conti di deposito.
Oltre a quest’ultima aliquota c’è quella sui dividendi e sugli interessi che cambia da paese a paese, ad esempio in Svizzera è il 35%, in Francia il 30% mentre in Lussemburgo è del 15%.
Su quest’ultima imposta si può chiedere il rimborso, ma non è semplice averlo.

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