Riconsegna beni aziendali, cosa succede se non si riconsegnano

Riconsegna beni aziendali, cosa succede se non si riconsegnano

11 Febbraio 2020 0 Di Redazione

Riconsegna beni aziendali, quando non viene eseguita correttamente si rischia molto di più del valore economico del bene in oggetto.
Un’azienda moderna è una realtà che deve sopravvivere in un’economia molto altalenate, con una concorrenza elevata, in cui può essere fondamentale fare la differenza sul mercato, al fine di poter ottenere un valore aggiunto.
In questa prospettiva non è più sufficiente migliorare la propria produttività o rendere i servizi efficienti, ma dare un valore aggiunto alle persone.
Dipendenti e datore di lavoro diventano quindi l’ossatura principale, e favorire le loro attività, rendendole più semplici e funzionali, è il motivo per cui molte imprese decidono di offrire l’impiego di beni aziendali.
Ma quali sono le conseguenze per il datore di lavoro e il dipendente se questi non vengono riconsegnati?

Riconsegna beni aziendaliDi seguito analizzeremo nel dettaglio cosa succede in questa circostanza sia dal punto di vista del dipendente sia dal datore di lavoro.

Cosa sono i beni aziendali: alcune precisazioni

Ma cosa sono i beni aziendali?
Il termine identifica una serie di proprietà di cui un’azienda dispone e che fanno parte del suo patrimonio.
I beni possono essere mobili o immobili.
Per comprendere la loro importanza, basta considerare che sono una serie di strumenti che possono essere affidati a un dipendente oppure necessari per eseguire un’attività come le attrezzature e i macchinari.
Tra quelli di utilizzo più comune per i dipendenti si riscontrano quei dispositivi come gli smartphone, i tablet, o i computer portatili che permettono di semplificare l’esecuzione di un determinato compito.
In altri casi sono previste anche le auto o altri strumenti mobili.

Ma qual è il vantaggio di impiegare tali strumenti?
Per esempio sarà possibile installare sui cellulari schede SIM aziendali con tariffe più economiche, oppure grazie al settaggio cloud, trasferire i documenti direttamente alle reti principali.
Inoltre alcune aziende utilizzano tablet e portatili per proteggere software specifici o accessi in rete in modo da semplificare e uniformare la gestione dei sistemi.
È importante considerare che questi strumenti non hanno solo un valore dal punto di vista economico che spesso può essere veramente importante, ma al loro interno sono presenti una quantità enorme di dati e di informazioni che in una società moderna sono una vera e propria fonte economica. Basta considerare le email dei clienti, i loro numeri di telefono, e i dati anagrafici.

Beni aziendali: cosa succede al dipendente per la mancata riconsegna

I beni aziendali affidati ai dipendenti, sono una realtà indispensabile per un’azienda moderna, per questo si hanno sempre più imprese che li utilizzano.
Ma la consegna di un bene aziendale per l’utilizzo quotidiano e giornaliero ripetuto non è una cosa così semplice come si potrebbe pensare.
Dietro ad essa vi è uno specifico accordo tra il datore di lavoro e il dipendente che si traduce in un contratto ben specifico.
Infatti il bene aziendale è di proprietà di una società, ma verrà custodito e utilizzato da un altro soggetto che è legato all’azienda ma che ne diventa responsabile e anche custode.
Il contratto alla base è il comodato d’uso gratuito, che potrà essere concluso in forma scritta oppure verbale.
Il problema non avviene durante l’impiego di questi strumenti, ma quando eventualmente, in caso di licenziamento o di richiesta di restituzione del bene aziendale, il dipendente decide di non effettuare tale operazione perché non lo vuole restituire o semplicemente non ne è più in possesso.

Il bene in quanto oggetto di proprietà dell’impresa, anche se viene utilizzato da anni da un dipendente, e con funzioni miste come spesso avviene nei cellulari sia per uso personale che per uso lavorativo, rimane sempre di proprietà dell’azienda e in quanto tale nel momento in cui il bene aziendale non viene restituito, si determina una violazione di legge, sancita dal codice penale.

L’articolo di riferimento è il 646 codice penale, che identifica il reato di appropriazione indebita.
In base ad esso, si determina la violazione di legge nel caso in cui un soggetto procura a sé o ad altri un ingiusto profitto, appropriandosi di un bene mobile o di denaro di cui abbia il possesso a qualsiasi titolo.
Le conseguenze possono essere una multa fino a 1.032 € e nei casi più gravi anche la reclusione fino a tre anni.
Naturalmente non si viene a determinare il reato nel momento in cui cessa l’attività lavorativa, dato che il dipendente potrà restituire in ogni momento il bene.
Il reato si realizzerà quando su richiesta da parte del datore di lavoro, che avviene in concomitanza con la cessazione del rapporto o in caso di mutamento dello stesso, il bene aziendale affidato non viene volontariamente e coscienziosamente restituito.

Beni aziendali le conseguenze per il datore di lavoro che non agisce a tutela della società

La mancata restituzione di un bene aziendale può portare anche a conseguenze per il datore di lavoro.
Infatti l’amministratore di un’impresa ha una serie di responsabilità che sono previste in quanto rappresentante legale della stessa, o in quanto responsabile di un particolare ramo di azienda.
In particolare si fa riferimento all’articolo 2392 e seguenti del codice civile.
La mancata restituzione di un bene infatti incide sia sul livello economico di un’azienda, dato che si avrà un danno patrimoniale, sia dal punto di vista legale, dato che se un dispositivo conteneva informazioni legate alla privacy di uno o più clienti, l’impresa può essere soggetta a multe per la violazione della sicurezza dei dati, nel caso in cui si notino delle mancanze.

In virtù del mandato che gli viene conferito, un datore di lavoro è responsabile solidalmente verso una società per i danni che ha determinato, nel caso in cui non sono state osservate le norme prescritte per legge.
Ciò significa che nel caso in cui si verificano le condizioni che portino alla riconsegna dei beni aziendali, il datore di lavoro, dovrà dimostrare che la concessione a un dipendente di quel determinato bene aziendale era necessario all’attività di impresa e inoltre che ha agito in quanto in suo potere al fine di recuperarlo e salvaguardare gli interessi societari.
Quindi nel caso in cui un dipendente venga licenziato e non restituisce ciò che è dovuto, oppure si scopra un comportamento non idoneo nello svolgimento della sua attività, come il furto o l’uso improprio del bene aziendale, il datore di lavoro, dovrà subito fare richiesta di restituzione, e nel caso in cui il bene non venga restituito immediatamente, intervenire con querela alle autorità competenti e azione legale contro il dipendente stesso.

Per saperne di più

Se volete saperne di più riguardo ai problemi che possono nascere se non viene effettuata correttamente la riconsegna dei beni aziendali vi lascio una serie di link a pagine dedicate strettamente all’aspetto legale della questione:

https://www.studiocataldi.it/articoli/25087-appropriazione-indebita-elementi-del-reato.asp

http://www.studiomainini.com/2015/10/la-responsabilita-degli-amministratori-di-s-p-a/

https://renatodisa.com/responsabilita-degli-amministratori-nella-s-p-a/

https://fiscomania.com/contratto-di-comodato-uso-gratuito

 

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