Perché la benzina aumenta sempre?

Perché la benzina aumenta sempre?

20 Maggio 2019 0 Di Redazione

Perché la benzina aumenta sempre?
Negli altri stati il prezzo della benzina aumenta con l’aumentare del costo del petrolio.
Vi ricordate quando il prezzo la benzina arrivò a più di due euro al litro? Era il 2012 quando ci fu l’ultima crisi petrolifera mondiale e ci tenemmo i  prezzi di 2€ al litro fino a quasi tutto il 2013.
In Italia purtroppo la benzina non aumenta soltanto perché aumenta il petrolio, il prezzo dei carburanti in realtà è dovuto per due terzi da tasse e accise.
(Se vuoi sapere cosa sono le accise sui carburanti leggi il prossimo articolo)
Perche la benzina aumenta sempre

Con il tempo in Italia si è presa l’abitudine di aggiungere Accise sui Carburanti ogni qualvolta accada un evento catastrofico.
Purtroppo però queste tasse sui carburanti non vengono mai ritirate quando la catastrofe viene risolta.
Questo perché queste tasse vengono poi contabilizzate nei bilanci di governo, e diventano una fonte del reddito statale a cui nessun governo vuole rinunciare.

Aumento del petrolio e prezzo della benzina

Tolto l’unico caso del 2013, in cui sono stati presi provvedimenti mondiali per abbassare il prezzo del petrolio, in Italia il prezzo della benzina non è mai diminuito.
Se consideriamo che il petrolio è una fonte energetica non rinnovabile, e che i costi di estrazione diventano sempre più alti con il tempo, la spiegazione del perché i carburanti aumentano sempre è presto fatta.
In più abbiamo questo scoglio delle accise che aggiungono costi su costi perché i governi Italiani non riescono a trovare soluzioni differenti che non andare a chiedere soldi ai cittadini attraverso le accise sulla benzina e sul gasolio.
Ed è così che nel tempo su 1,60€ di carburante 1,00€ sono accise e IVA, e noi paghiamo soltanto 0,60€ di benzina o di diesel.
Per capire bene qual’è l’impatto delle accise sui nostri portafogli ecco quale era il costo della benzina a settembre dell’anno scorso:

A chi giova aumentare le accise

Sicuramente giova al governo quando deve spendere una grossa quantità di denaro in breve tempo.
Ma nell’economia si è sempre visto che le accise in realtà giovano allo stato solo nel breve periodo, diventando una mannaia sui costi di produzione e distribuzione nel lungo termine, sia per la grande industria che per il piccolo artigiano.
Aggiungere anche solo 0,01 centesimo al prezzo dei carburanti fa lievitare il prezzo di un qualsiasi prodotto di diversi punti percentuali.

Aumenti a cascata

Questo è dato dal fatto che l’aumento del carburante impatta direttamente sia i costi di produzione, sia i costi di distribuzione dei prodotti creati dalle imprese o dagli artigiani.
Intendiamoci, quando si parla di prodotti vuol dire dalle automobili all’insalata, dato che anche per coltivare l’insalata serve mettere gasolio nei trattori per farla crescere, e gasolio nei camion per trasportarla fino al negozio sotto casa.
Almeno finché non verranno creati mezzi di lavoro e di trasporto che non usano questo tipo di carburanti.
Questi aumenti ovviamente non favoriscono la vendita dei prodotti, e di conseguenza non favoriscono la produzione e gli investimenti, e alla fine creano un nuovo freno dell’economia nazionale.

Economia in letargo

Quando l’economia di uno stato si trova in un momento di letargo, come quello in cui stiamo oggi, allora i governi per non rischiare nel fare programmi di ripresa a lungo termine aumentano le accise sui carburanti non appena si rende necessario una iniezione di soldi liquidi per un qualsiasi motivo.
Ed è così che i governi successivi così si trovano in bilancio dei soldi praticamente piovuti dal cielo, a cui non vogliono rinunciare per non dover fare manovre economiche impopolari.
Così noi oggi ci troviamo a pagare 1,90€ al litro di benzina invece di 0,67€ al litro, che è più o meno il prezzo che dovrebbe avere sul mercato ora.

Condividi subito