Plusvalenze e minusvalenze bancarie: facciamo chiarezza

Plusvalenze e minusvalenze bancarie: facciamo chiarezza

1 Febbraio 2023 0 Di Redazione

Ci sono termini economici di cui sentiamo parlare ormai sempre più frequentemente. Basti guardare all’attualità calcistica delle ultime settimane, con la Serie A scossa dal caso plusvalenze della Juventus.

Non solo il termine plusvalenza, è ormai nota nel gergo comune anche la parola dal significato opposto: minusvalenza. Ma cosa sono nello specifico questi due concetti? Che valore assumono quando se ne parla a livello di finanza personale? Cercheremo di fare chiarezza nelle prossime righe.

Plusvalenze: cosa sono e quale tassazione è applicata

Rimanendo in ambito di finanza, per plusvalenza si intende un guadagno netto generato da uno strumento finanziario. Facciamo un esempio: se si fa un investimento e si vendono titoli azionari, obbligazioni e simili, ad un prezzo maggiore rispetto a quello a cui sono stati comprati, in quel caso si realizza una plusvalenza, che si traduce in un reale guadagno in denaro. Il termine tecnico per indicarlo è “Capital Gain”.

Plusvalenze e Tassazione

Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica, in quanto anche le plusvalenze sono soggette a tassazione da parte dello Stato. Il Decreto Legge del 24 aprile 2014, infatti, ha sancito che l’aliquota sulle plusvalenza fosse innalzata dal 20% al 26%. Questo vale per tutti gli strumenti finanziari in cui lo Stato italiano non sia direttamente coinvolto. In caso, invece, di obbligazioni statali, come BOT o BTP, si potrà godere di una tassazione agevolata sulla plusvalenza generata dalla vendita dello strumento finanziario, passando dal 26% al 12.5%. Ricordiamo, infine, che la plusvalenza non si genera solamente grazie al guadagno del titolo su cui si è investito, ma quando si effettua la vendita del medesimo. Fino a quel momento non è possibile parlare di plusvalenza in alcun modo.

Minusvalenze: cosa sono e come si gestiscono?

Se da un lato esiste la possibilità di guadagnare sulla vendita di strumenti finanziari, dall’altra c’è il rischio che investire in questi ultimi possa generare delle perdite sul proprio capitale. Queste è il caso delle minusvalenze, ossia vere e proprie perdite in denaro generate dalla compravendita di azioni, fondi comuni, titoli (statali e non) e similari.

Esempio di Minusvalenze

Quando, per esempio, il proprio investimento è in scadenza, ma il valore del medesimo è più basso di quello a cui si è comprato, si genera una perdita di capitale. Questa, tuttavia, crea un credito fiscale che è possibile recuperare o nell’anno in corso o nei 4 anni successivi al disinvestimento, ma solo a patto che vengano fatte altre operazioni sul proprio dossier titoli. A tal proposito, esistono articoli di approfondimento online su Blog di settore per scoprire come recuperare le minusvalenze in scadenza generate da questo tipo di operazioni.

Minusvalenze e Banche

Una cosa da sottolineare qui è che nel caso si abbiano più investimenti fatti su banche diverse, non sarà possibile in nessun modo recuperare le eventuali minusvalenze di alcuni di questi con le eventuali plusvalenze degli altri presenti su istituti bancari differenti. Questo perché ogni banca considera solo ed esclusivamente le operazioni fatte con lei e non con altre. Infine, non tutti i prodotti finanziari sui quali si decide di investire consentono di recuperare le possibili minusvalenze al termine del periodo di investimento prefissato.

Azioni e obbligazioni, ad esempio, generando redditi diversi consentono di compensare eventuali minusvalenze, mentre fondi comuni ed ETF, che generano redditi di capitale, non lo permettono. Quindi, quando si vuole intraprendere un investimento comprando e vendendo prodotti finanziari, si faccia sempre attenzione alle condizioni contrattuali stipulate dal proprio istituto bancario prima dell’accettazione e della sottoscrizione dello stesso.

Concusione

In parole povere, quando troviamo la parola plusvalenze allora dobbiamo pensare ad aumenti di valore, aumenti che possono avere un peso ai fini fiscali quando sono gravate da imposte dirette.
Quando invece troviamo la parola minusvalenze spesso hanno una accezione quasi esclusivamente contabile, perché indicano principalmente una diminuzione di redditività.

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