Europa e CBD: il principio attivo è (quasi sempre) considerato legale

Europa e CBD: il principio attivo è (quasi sempre) considerato legale

20 Agosto 2022 0 Di Redazione

Sono sempre di più le persone che decidono di utilizzare il CBD per alleviare il malessere associato a vari disturbi, a partire dall’ansia fino ad arrivare al dolore cronico. Alla luce di questa crescita di mercato, continua ad aumentare anche il numero degli eCommerce dedicati a questo tipo di business, tra i quali si è distinto nell’ultimo periodo lo store di CBD online Justbob, che compete brillantemente anche con colossi online come Amazon. Ma come è il rapporto tra le leggi in Europa e CBD?

Eppure, spesso ci si chiede se l’assunzione e la commercializzazione di questo principio attivo sul territorio europeo sia effettivamente considerata legale.

In questo articolo vedremo quale sia la posizione dell’Unione sul CBD e quale invece quella dei singoli Paesi membri.

 

Il mercato del CBD è in continua espansione. Ma è (davvero) legale in Europa?

Abbiamo visto come i prodotti a base di CBD stiano avendo molto successo, e come è facile iniziare ad entrare nel business del CBD in maniera totalmente legale, ma ancora non abbiamo detto cosa è il CBD.
Il CBD (o cannabidiolo) è un composto chimico naturale presente nella cannabis sativa e che può essere infuso in vari prodotti.

Sebbene le ricerche sulle sue proprietà non possano ancora dirsi concluse, i dati finora disponibili hanno dimostrato che i prodotti a base di CBD possono essere benefici per il nostro corpo in diversi modi.

Sono in molti, infatti, che utilizzano questo principio attivo per affrontare lo stress, l’ansia, la mancanza di sonno, il dolore cronico e altro ancora. Inoltre, considerati i numeri in continua crescita, si stima che il mercato del CBD raggiungerà oltre un miliardo e mezzo di euro entro il 2023.

Ma quindi Europa e CBD vanno d’accordo?
Nonostante i suoi effetti benefici e la continua espansione del mercato, in tanti casi non è ancora chiaro se l’uso di CBD possa considerarsi o meno legale. In linea generale, l’Europa vieterebbe tutti quei prodotti che causano effetti psicotropi o psicoattivi su chi ne fa uso.

Ma questo non è il caso del CBD.

Infatti, questa sostanza, seppure estratta dalla cannabis sativa, è totalmente priva di quegli effetti allucinogeni generalmente associati alla pianta. Alla luce di queste considerazioni, l’Unione ha quindi deciso di escludere il cannabidiolo dall’elenco delle sostanze stupefacenti.

Inoltre, a quanto emergerebbe dagli studi in corso, il CBD sembrerebbe non causare effetti collaterali di rilievo e pare non generare alcun tipo di dipendenza dalla sua assunzione.

Europa e CBD: la storia di come si è arrivati alla legalizzazione

Eppure, nonostante ciò, la legge sul cannabidiolo non è stata sempre così tollerante.
Il rapporto tra Europa e CBD però non è stato chiaro sin da subito, infatti, la Corte di Giustizia europea si è dichiarata a favore della sua commercializzazione e assunzione soltanto nel novembre del 2020. A partire dalla sua sentenza, il CBD è considerato del tutto legale in Europa e, fatta eccezione per questioni di salute pubblica, nessuno Stato può impedirne la vendita e il consumo.

È però necessario chiarire che questa posizione non si traduce in assenza di leggi che regolino il mercato del cannabidiolo. Quindi si, Europa e CBD vanno d’accordo, ma ci sono alcune regole.

Per essere più chiari, il fatto che il CBD sia ora legale in Europa non significa che non si debba comunque sottostare a determinate regole per la sua produzione. Infatti, l’Unione prevede che tutte le piante utilizzate siano state coltivate all’interno del territorio europeo ed estratto solo da quelle che non contengono più dello 0,2% di THC. Il CBD dovrà poi essere prodotto a partire dalla pianta nel suo insieme, senza preferirne una parte in particolare.

 

CBD: ecco quale è la posizione dei singoli Stati d’Europa

Nel paragrafo precedente abbiamo visto quale sia la posizione dell’Europa e CBD, in particolare sulla commercializzazione e assunzione di CBD, ma cosa succede invece all’interno dei singoli Paesi?

Abbiamo infatti visto che, se considerato pericoloso per questioni di salute pubblica, ogni Stato membro può limitare o vietare l’uso della sostanza. Inoltre, la legge nazionale di ciascun Paese potrebbe essere più ‘morbida’ nei confronti del mercato del CBD, con un adeguamento della normativa nazionale.

Vediamo nello specifico cosa accade nei vari territori dell’Unione.

  • Paesi Bassi: l’uso ricreativo della cannabis è stato depenalizzato e la sua vendita e il suo uso sono ampiamente tollerati, ma solo nei locali autorizzati. Secondo la legge olandese, il CBD è legale, purché estratto da piante che contengano meno dello 0,5% di THC.
  • Spagna: la legge spagnola sul CBD consente l’uso di prodotti a base di cannabidiolo. Seguendo le indicazioni date a livello comunitario, questo Paese prevede che il CBD debba contenere meno dello 0,2% di THC.
    Seguono l’esempio spagnolo anche:

    • Romania
    • Slovenia
    • Lettonia
    • Grecia
    • Germania
    • Danimarca
  • Lussemburgo, Repubblica Ceca e Austria: secondo le leggi nazionali di questi Paesi, i prodotti CBD sono legali purché contengano meno dello 0,3% di THC.
  • Italia: secondo la legge nazionale, i prodotti CBD sono completamente legali, purché non superino lo 0,6% del livello di THC.
  • Lituania: l’uso del CBD è legale in Lituania a condizione che non si superi lo 0,2% di THC. Sebbene il governo lituano abbia legalizzato il cannabidiolo, ne ha vietato la produzione e la commercializzazione sul territorio nazionale.
  • Svizzera: la legge svizzera consente la vendita e il consumo di prodotti CBD contenenti fino all’1% di THC.
  • Estonia, Finlandiae Malta: il CBD è legale in questi Paesi, a condizione che si sia ottenuto un permesso speciale.
  • Svezia, Francia: la legge di quei paesi consente la commercializzazione di prodotti a base di cannabidiolo, ma senza traccia di THC.

Come vedete ci sono differenze su come è  nazione in Europa e CBD

Europa e CBD legale, ma le leggi nazionali potrebbero allontanarsi dalle indicazioni dell’Unione

Nonostante in molti si chiedano se la vendita e il consumo di CBD siano legali sul territorio europeo, in realtà la posizione dell’Unione è molto chiara: la commercializzazione e l’assunzione di CBD sono del tutto legali all’interno dei suoi confini.

Esistono però importanti condizioni da rispettare in merito alla sua produzione e, per questo motivo, è fondamentale affidarsi sempre a rivenditori di eccellenza che ne garantiscano il rispetto.

In ogni caso, la legge dei vari Stati in Europa potrebbe essere più o meno morbida nei confronti del CBD, per questo è necessario informarsi sulle leggi locali in anticipo, in modo da essere sicuri di non violare la normativa nazionale del Paese di riferimento.

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