Ancora aumenti dei prezzi delle abitazioni, nel secondo trimestre del 2025, i prezzi delle abitazioni usate in Italia hanno registrato un aumento significativo, con una crescita dell’1,5% su base trimestrale.
Questo ha portato il valore medio nazionale a 1.828 euro al metro quadro. Sebbene su base annua la crescita sia stata più contenuta (+0,4%), il trimestre ha segnato un netto cambio di passo e una accelerazione significativa.
Gli aumenti dei prezzi delle abitazioni però non è uguale in tutto lo stivale.
Questo aumenti dei prezzi delle abitazioni è stato principalmente favorito dal taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE), il che ha generato un “rinnovato ottimismo tra gli acquirenti”, che ha migliorato il sentiment del mercato immobiliare.
Indice
Perché questi aumenti dei prezzi delle abitazioni
I principali motivi dell’aumento dei prezzi delle abitazioni usate in Italia, in particolare nel secondo trimestre del 2025, possono essere dettagliati come segue.
Taglio dei Tassi da Parte della BCE
L’elemento più significativo e direttivo che ha influenzato l’aumento dei prezzi è stato il taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Questa mossa ha avuto un impatto diretto sul mercato immobiliare, rendendo il costo del denaro più accessibile e, di conseguenza, i mutui meno onerosi per gli acquirenti.
Rinnovato Ottimismo tra gli Acquirenti
Il taglio dei tassi ha generato un “rinnovato ottimismo tra gli acquirenti”. Con mutui potenzialmente più convenienti, la fiducia nel mercato è migliorata, spingendo più persone a considerare l’acquisto di una proprietà.
Miglioramento del Sentiment del Mercato
Il “sentiment del mercato sta migliorando”. La combinazione di tassi sui mutui in calo e prezzi delle abitazioni che erano rimasti relativamente stabili ha creato “le condizioni ideali per una forte ripresa delle compravendite nella seconda parte dell’anno con incrementi più decisi dei prezzi”. Questo suggerisce una fase di mercato in cui la domanda è stimolata da condizioni finanziarie più favorevoli.
In sintesi, la dinamica degli aumenti dei prezzi delle abitazioni usate nel secondo trimestre 2025 è strettamente legata alla politica monetaria espansiva della BCE, che ha rinvigorito la fiducia degli acquirenti e creato aspettative di una ripresa più marcata del mercato immobiliare, cine
Aumenti a livello di Capoluogo
Il 76% dei capoluoghi monitorati ha registrato aumenti nei prezzi delle abitazioni usate nell’ultimo anno. Le città che hanno mostrato le performance migliori sono state:
- Rovigo (+7,4%)
- Como (+5,6%)
- Udine (+5,6%)
Incrementi rilevanti si sono verificati anche in molti grandi mercati urbani:
- Firenze (+3,7%)
- Palermo (+3,1%)
- Torino (+2,9%)
- Roma (+2,9%)
- Milano (+2,4%)
- Bologna (+2,2%)
- Genova (+2,2%)
Napoli ha mostrato una crescita più contenuta, con un +0,8% su base trimestrale. Alcuni capoluoghi hanno mantenuto stabilità (Barletta, Cremona e Foggia) o hanno visto ribassi più consistenti, come Agrigento (-3,6%), Caltanissetta (-3,1%) e L’Aquila (-2,5%).
Città più e meno costose (Capoluoghi)
Le città più costose per l’acquisto di abitazioni usate sono:
- Milano (5.104 euro/m²)
- Venezia (4.642 euro/m²)
- Bolzano (4.619 euro/m²)
- Firenze (4.492 euro/m²)
- Bologna (3.525 euro/m²)
- Roma (3.250 euro/m²)
Le città più economiche sono:
- Caltanissetta (675 euro/m²)
- Ragusa (707 euro/m²)
- Biella (775 euro/m²)
Aumenti a livello Provinciale
A giugno 2025, la provincia più cara d’Italia è Bolzano (4.505 euro/m²), seguita da Milano (3.601 euro/m²), Lucca (3.220 euro/m²) e Savona (3.094 euro/m²). Le aree provinciali più economiche per l’acquisto di un’abitazione sono: Biella (612 euro/m²), Caltanissetta (643 euro/m²), Isernia (676 euro/m²).
Aumenti a livello Regionale
I rincari hanno interessato 16 regioni su 20. Le regioni con gli incrementi maggiori sono state:
- Lombardia (+4,4%)
- Sardegna (+3,3%)
- Friuli-Venezia Giulia (+2,3%)
Toscana e Trentino-Alto Adige hanno anche registrato incrementi superiori alla media nazionale del periodo, rispettivamente con il 2,2% e l’1,7%. Il Piemonte ha mantenuto prezzi stabili.
Quattro regioni invece hanno registrato cali, con il ribasso più significativo in Valle d’Aosta (-1,3%), seguita da Basilicata (-1,2%), Puglia (-0,3%) e Sicilia (-0,2%).
Regioni più e meno costose
Dal punto di vista dei valori immobiliari, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione più cara (3.152 euro/m²), seguita da Valle d’Aosta (2.508 euro/m²), Liguria (2.484 euro/m²) e Toscana (2.387 euro/m²).
Anche Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna registrano prezzi superiori alla media nazionale di 1.828 euro/m².
Le regioni più accessibili restano la Calabria (911 euro/m²) e il Molise (925 euro/m²), le uniche con valori inferiori a 1.000 euro/m².
Cosa ci riserva il futuro

Dall’andamento dei prezzi di Immobiliare.it, ma anche da quelli di Idealista, vediamo una crescita costante.
In questo periodo di crisi è comprensibile che gli aumenti dei prezzi delle abitazioni continuerà a salire.
Gli immobili sono da sempre un bene rifugio per gli Italiani, quindi la tendenza dei prezzi potrebbe rimanere la stessa anche per l’anno prossimo.
Dobbiamo però ricordare che non può salire per sempre, arriverà ad un livello in cui le vendite crolleranno per il prezzo troppo alto, soprattutto se il potere d’acquisto degli stipendi continuerà a scendere.
A quel punto dovremmo vedere una diminuzione, se non un crollo, dei prezzi al metro quadro.
Vedremo alla fine del primo quadrimestre se gli aumenti dei prezzi delle abitazioni continuerà ad essere come quello dei prossimi mesi.
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